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domenica 12 febbraio 2012

Mi unisco a Michele Serra

by Lanternati
Da La Repubblica di ieri,

L’amaca di Michele Serra.

“Avrei bisogno anche io di un «decreto interpretativo» che mi chiarisse, finalmente, perché ho sempre pagato le tasse. Perché passo con il verde e mi fermo con il rosso. Perché pago di tasca mia viaggi, case, automobili, alberghi. Perché non ho un corista vaticano di fiducia che mi fornisca il listino aggiornato delle mignotte o dei mignotti. Perché se un tribunale mi convoca (ai giornalisti capita) non ho legittimi impedimenti da opporre. Perché pago un garage per metterci la macchina invece di lasciarla sul marciapiede in divieto di sosta come la metà dei miei vicini di casa. Perché considero ovvio rilasciare fattura se nei negozi devo insistere per avere la ricevuta fiscale. Perché devo spiegare a chi mi chiede sbalordito «ma le serve la ricevuta?» che non è che serva a me, serve alla legge. Perché non ho mai dovuto condonare un fico secco. Perché non ho mai avuto capitali all’ estero. Perché non ho un sottobanco, non ho sottofondi, non ho sottintesi, e se mi intercettano il peggio che possono dire è che sparo cazzate al telefono. Io – insieme a qualche altro milione di italiani – sono l’ incarnazione di un’ anomalia. Rappresento l’ inspiegabile. Dunque avrei bisogno di un decreto interpretativo ad personam che chiarisse perché sono così imbecille da credere ancora nelle leggi e nello Stato.”

sabato 9 luglio 2011

News
Il bisturi di De Magistris contro gli sprechi del Comune
Ciro Pellegrino

È iniziata una “rimozione chirurgica”, al Comune di Napoli. Luigi de Magistris ha pronta una terapia contenuta in sette pagine che qui pubblichiamo. La “cura” riguarderà anzitutto 223 dirigenti (nel 2002 erano 156) del Comune di Napoli. Una scelta che piacerà agli elettori, ma ha già fatto arrabbiare il Pd.

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Luigi De Magistris
Politica8 luglio 2011 - 20:58
Non ci sono gli "head hunter", i cacciatori di teste delle aziende in crisi, ma poco ci manca. La terapia firmata Luigi de Magistris per le disastrate casse del Comune di Napoli passa per sette paginette scritte al computer: sono quelle descrivono i tagli alla dirigenza dell'Amministrazione partenopea, ovvero alle figure professionali più costose tra i 13mila dipendenti dell'Ente. I colletti bianchi sono aumentati in maniera esponenziale nei dieci anni di consiliatura Iervolino: 2002 erano 156, nel 2010 erano schizzati fino a 223.

Più che una scure si tratta di una rimozione chirurgica che passa per tre livelli. Il primo è quello degli «indesiderabili» ovvero di tutti quegli uffici che non hanno motivo d'esistere. Nello screening attivato da Palazzo San Giacomo sono spuntati fuori casi singolari. Il Comune pagava un dirigente per fare da «supporto al sindaco e agli asessori per la partecipazione ad eventi di rilievo nazionale» . Un altro invece era incaricato della «accelerazione dell'attuazione dei piani urbanistici attuativi». E fra gli altri (circa una trentina) anche uno che doveva realizzare il «sistema cittadino di inforamzione in campo sociale». Peccato che di questo sistema nessuno ha mai sentito parlare. L'altro livello è quello dei «doppioni». Come le figurine dei calciatori: in due per un posto solo. Oltre cento, i dirigenti che saranno dimezzati con l'accorpamento di due o più uffici.

Esempio? Palazzo San Giacomo aveva due persone che comandavano gli uffici della riscossione dei tributi; tre con responsabilità su infanzia, adolescenza e giovani; due per antiabusivismo e condono. Da oggi non sarà più così. La rivoluzione "arancione" non risparmia nemmeno la comunicazione: se il sindaco si è dotato di un portavoce (che potrebbero presto diventare due) taglierà la dirigenza degli uffici stampa di Consiglio comunale e giunta. Come Highlander: ne resterà soltanto uno. L'ultimo livello è quello dei «sopravvissuti»: sono una cinquantina di colletti bianchi che resisteranno all'ondata "orange". Fra questi il capo della Polizia Municipale ; il servizio Ispettivo del Comune; il controllo per spese e servizi e così via.

Ovviamente il piano "lacrime e sangue" si è trasformato in un drastico spoil system: i fortini del Partito Democratico di area bassoliniana (settore casa, settore lavoro) e quelli di Sinistra e Libertà (welfare, politiche sociali) sono subito saltati; i "cacciatori di teste" del sindaco pur non conoscendo molto bene la macchina amministrativa sono stati ben consigliati. Fonti interne a Palazzo San Giacomo riferiscono di un inasprimento ulteriore dei rapporti, ormai praticamente inesistenti, tra una parte dei Democrat e l'area dei fedelissimi (Italia dei Valori e movimento "Napoli è tua") di Luigi de Magistris.

Il documento del Comune di Napoli



Documento.

Leggi il resto:


http://www.linkiesta.it/il-bisturi-di-de-magistris-contro-gli-sprechi-del-comune#ixzz1RamecLjQ


domenica 27 febbraio 2011

sabato 8 gennaio 2011

UNITA' NEL RECINTO DELLE CAPRE PAZZE.....

Tag: 150 anni unità italia , Bossi , Lega , Napolitano
di DONADI....
celebrazioni 150 anni unità d'italiaLe celebrazioni per i centocinquanta anni dell’unità d’Italia si stanno trasformando in uno spettacolo indecoroso. I protagonisti assoluti sono i leghisti, che, pur essendo una componente fondamentale del governo del Paese, vivono questo evento con malcelata insofferenza, quando non in aperta polemica antinazionale. “Senza federalismo non ha senso celebrare l’unità” dice Bossi. Il governatore del Veneto che in un’intervista al tg3 tentenna. E’ d’accordo – gli chiedono - con Napolitano? E lui: beh boh mah è un discorso complesso che non si può ridurre ad un’intervista. Come i ragazzini a scuola quando non hanno studiato e non sanno rispondere all’interrogazione. E la Gelmini? Nella maggior parte delle scuole neanche un’iniziativa per la ricorrenza. Per non parlare di Berlusconi, che diserta sistematicamente le ricorrenze legate all’Unità. Sono personalmente contrario ad ogni forma di retorica, ma l’unità nazionale è un valore fondante della nostra Costituzione. E non è certamente in antitesi con federalismo. Per questo mi sento ancora più offeso dall’atteggiamento ostile di questo governo all’Unità d’Italia. D’altronde quando si governa con la Lega, si deve pur pagare pegno. Questa vicenda dimostra a tutti ed in maniera chiara che il governo è ostaggio dei deliri del Carroccio, vero padrone dell’esecutivo. Un governo schizofrenico che da un lato, con parte del Pdl, fa del nazionalismo un’esca elettorale, dall’altra, con la Lega, fomenta le pulsioni disgregative e localistiche. Più che un governo è un recinto di capre pazze con un pastore incapace di mantenere l’ordine nel gregge. Ci sono ministri che non fanno nulla, lasciando che ai ministeri comandino lobby e comitati d’affari, altri che invece gli affari li fanno eccome. Da soli o con le cricche. A proposito, chissà se Scajola ha finalmente scoperto chi gli aveva pagato la casa. Cose dell’altro mondo…Altri ancora sono buoni, pii, mansueti, pensano alla famiglia e non fanno affari, No, li fanno fare ai familiari, assumendoli nei ministeri. Vero Bondi? E qui mi fermo. Non torno su Berlusconi che se ne frega del bene comune e pensa solo agli affari suoi perché è scontato e lo sanno tutti. Ed allora, se questa è la situazione, permettetemi una provocazione. Sono italiano, orgoglioso di esserlo, credo nel federalismo all’interno di uno stato unitario, ma oggi vorrei essere londinese. Perché vi chiederete? Perché ho letto una notizia che merita di essere citata. La stampa inglese, il Daily Telegraph in primis, ha sollevato lo scandalo dei rimborsi truccati di molti deputati. Molti deputati e membri del governo si sono dimessi. E’ arrivata la prima condanna per un deputato, David Chaytor: 18 mesi senza condizionale per aver chiesto il rimborso delle spese d’affitto, alloggiando in realtà in casa della figlia. Una somma tutto sommato non eccessiva: 22.000 euro, che poi sono stati anche restituiti. La motivazione del giudice dice “lo scandalo delle spese ha fatto traballare la confidenza del legislatore e quando un pubblico ufficiale è colpevole di offese del genere è necessario che seguano sanzioni penali così che le persone si rendano conto di quanto sia importante essere onesti nel trattare fondi pubblici”. Sono italiano, ma oggi mi sento anche un po’ inglese.


QUI O SI FA L'ITALIA OSSIMORO!!!!


lo sterco di satana


Quando il denaro era “sterco di Satana”pubblicata da Michele Pietrasanta il giorno sabato 8 gennaio 2011 alle ore 18.18
Jacques Le Goff sostiene che mille anni fa la società umana non si considerava divisa tra ricchi e poveri. Beninteso: i ricchi, sebbene assai rari, c’erano eccome, ma pochi li chiamavano così. Si preferiva definirli «potenti». In quanto ai poveri – le plebi del contado, i sottoproletari dei borghi – era assai meglio etichettarli come «umili».

La coscienza cristiana imponeva questo abile gioco di parole. Ma non si trattava di ipocrisia. Era un puro e semplice articolo di fede. Ancor più: era un profondo e forte convincimento etico. Era, in sostanza, uno dei frutti della sacra condanna del denaro. Il disprezzo teologico verso lo «sterco del diavolo» che trascina le anime all’inferno e sovverte l’ordine dei valori cristiani. Il tema è caro a Le Goff da oltre mezzo secolo. Gli ha dedicato centinaia di pagine, sparse tra saggi come Mercanti e banchieri nel Medioevo (1956), Tempo della Chiesa e tempo del mercante (1956-1976), La borsa e la vita (1986). E oggi vi ritorna con un libro che ha il sapore di una sintesi conclusiva: Le Moyen Age et l’argent (2010), subito proposto in edizione italiana da Laterza col titolo di: Lo sterco del diavolo. Il denaro nel Medioevo.

Una lettura davvero preziosa per chiunque desideri comprendere la genesi lontana del problema forse più grave del nostro tempo: il dominio assoluto del denaro, lo strapotere del mercato e della finanza su tutti gli aspetti della vita sociale. Perché quello che Le Goff sostiene, in realtà, è che la condanna del denaro nel Medioevo, almeno fino alla svolta «precapitalistica» dei secoli XIII-XIV, non fosse solo teorica e nominale, ma assolutamente pratica e concreta. L’umanità viveva, allora, in un mondo radicalmente diverso dal nostro. Un mondo che per noi non è facile da immaginare. Non c’era aspetto della vita che non fosse dominato e guidato dalla teologia. Dio era tutto, l’uomo nulla. O meglio, l’uomo esisteva solo in quanto creatura di Dio. L’intera realtà materiale, il cosmo, lo spazio e il tempo esistevano solo in quanto «segni» della realtà divina. E dunque tutto era anche proprietà di Dio.

Come poteva permettersi allora un individuo di pretendere il pagamento di un interesse per una somma di denaro data in prestito a qualcuno? Diabolico è pensare che la durata del prestito possa avere un costo, per il semplice fatto che il tempo non è proprietà dell’uomo, ma di Dio. Vendere il tempo è un sacrilegio. Ergo, il denaro non può e non deve generare altro denaro. Perché solo il lavoro dà diritto a un compenso. E un teologo inglese, Tommaso di Cobbam, dice chiaro e tondo: «L’usuraio pretende di guadagnare senza lavorare, addirittura dormendo; ciò va contro il precetto del Signore, che ha detto: Con il sudore della tua fronte guadagnerai il pane». Poi, avvenne quel che avvenne. Verso la fine del secolo XIII ebbe inizio, dice Lo Goff, «una discesa dei valori dal cielo sulla terra». E il grande storico riprende qui la sua ben nota teoria della «nascita del Purgatorio». L’aldilà dei cristiani, nell’Alto Medioevo, era diviso solo nei due regni del Paradiso e dell’Inferno. Come dire: nessun compromesso tra il bene e il male. Ma ecco «nascere», dopo il XII secolo, l’idea del Purgatorio. Un mondo intermedio, abitato da peccatori che possono sperare nella salvezza finale. Così i pilastri del dogma teologico lentamente si sgretolano. Nella seconda metà del Duecento i maestri dell’Università di Parigi discutono il concetto di usura e ragionano sull’equità – e dunque sull’ammissibilità – dei tassi di interesse.



La Chiesa stessa si avvia a diventare una grande consumatrice di denaro. E quando il santo frate Gerolamo Savonarola, due secoli dopo, fustigherà a sangue i costumi depravati dei ricchi e del clero corrotto, appellandosi alla «semplicità della vita cristiana», il Papa Alessandro VI non troverà di meglio che scomunicare lo scomodo predicatore, destinato al rogo col bollo infamante dell’eresia. Il martirio di Savonarola avvenne il 23 maggio del 1498. Le Goff non lo dice, ma non sarebbe forse giusto vedere in quella data, almeno simbolicamente, il vero momento di svolta dall’antico mondo sottomesso ai valori spirituali e alla teologia, al mondo odierno dominato dalle crude leggi del denaro e dell’economia.?

--- Qualcuno potrà dire, e forse non a torto: “siamo finiti dalla padella, alla brace”

http://sfoglia.ilmattino.it/mattino/view.php?data=20110106&ediz=NAZIONALE&npag=17&file=obj_272.xml&type=STANDARD



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La rivolta degli insegnanti
"Promuoveremo gli stranieri"
La polemica contro il test per il permesso di soggiorno. "Hanno inventato l'esame di lingua ma poi non ci sono i fondi per finanziare i corsi serali per gli immigrati"
di ERICA DI BLASI
Tra poco cinquemila stranieri solo a Torino dovranno sostenere un esame d'italiano per ottenere il permesso di soggiorno. Si tratta di quello a lungo termine, che non deve insomma essere rinnovato ogni due anni. Ai requisiti già esistenti - aver avuto negli ultimi 5 anni un lavoro, un reddito minimo di circa 10mila euro lordi, una casa a norma (anche in affitto) - si aggiunge ora la prova d'italiano. Le uniche alternative sono il possesso della licenza media o dell'attestato "A2".

Non tutti però sono d'accordo. Gli insegnanti di quelle che un tempo erano conosciute come scuole serali e sono state chiamate a testare la conoscenza dell'italiano degli stranieri giudicano l'esame inutile. "Per istituire le commissioni - spiega Ennio Avanzi, docente del centro di formazione per adulti Gabelli e uno dei primi firmatari del documento-protesta - il ministero dell'Interno ha stanziato per Torino e Provincia circa 500mila euro. Una cifra che andrà a coprire gli esami del 2011. Ogni commissione sarà composta da due docenti e un dirigente scolastico. Non riteniamo però che quest'esame possa portare a una vera integrazione. È prevista una prova scritta molto difficile che rischia di negare il permesso di soggiorno alla maggior parte degli stranieri".

Entro 60 giorni - quindi per febbraio - la Prefettura indicherà agli stranieri che hanno presentato domanda la scuola dove sostenere l'esame. "La maggior parte degli immigrati - fa però notare Avanzi - svolge lavori attraverso i quali è difficile riuscire a migliorare la propria conoscenza della lingua italiana, in particolare di quella scritta. Penso alle badanti che per anni assistono una persona anziana, o agli stranieri che popolano i cantieri edili. Ecco che a noi, chiamati a dare un giudizio sulla loro conoscenza dell'italiano, restano due strade: non promuovere quasi nessuno o, come faremo, metterci una mano sulla coscienza e pensare che sono persone che ormai da anni vivono qui, hanno un lavoro e una famiglia. E una bocciatura potrebbe distruggere la loro vita".

La strada del "tutti promossi" mette in dubbio l'utilità di questo esame. Ecco che il comitato di docenti - ad aver sottoscritto il documento di protesta sono centinaia di cittadini e una ventina di associazioni - ha una controproposta: "Utilizzare i soldi destinati agli esami per attivare corsi d'italiano dedicati agli stranieri e avere così una vera integrazione". Oggi le otto scuole di formazione per adulti a Torino hanno classi composte addirittura al 98 per cento da stranieri: i corsi d'italiano però non bastano.

A raccogliere l'appello del comitato, la consigliera regionale della Federazione della sinistra, Eleonora Artesio. "Meglio potenziare - si legge nell'ordine del giorno che sarà votato a breve - i finanziamenti al ministero dell'Istruzione per aumentare l'offerta di corsi per adulti sia di lingue sia di studio". Per denunciare la situazione il comitato ha organizzato un'assemblea pubblica il prossimo 21 gennaio. Sullo sfondo resta il nuovo permesso di soggiorno - a punti e per cui si richiede anche una conoscenza della costituzione e della cultura italiana - che dovrebbe diventare realtà nei prossimi due anni.

(07 gennaio 2011) © Riproduzione riservata